Nelle ultime settimane, in rete, gira sempre di più un nuovo argomento: l’Outdoor Education.

Anzi, non solo in rete, ma anche in scuole ed asili prende sempre più piede questo nuovo approccio educativo.

L’outdoor education come nuova opportunità di apprendimento

Outdoor Education

Via libera alla didattica all’aperto: i nuovi stimoli educativi

Nelle ultime settimane, in rete, gira sempre di più un nuovo argomento: l’Outdoor Education.

Anzi, non solo in rete, ma anche in scuole ed asili prende sempre più piede questo nuovo approccio educativo.

Ma di cosa stiamo parlando?

Parliamo, letteralmente, dell’“educazione fuori porta”, ossia tutti i metodi didattici che vengono svolti al di fuori dei luoghi chiusi tradizionali: boschi, prati, campi, giardini e non solo. Può interessare anche aree urbane come musei, piazze e parchi cittadini.

Si ricomprende nel termine un’ampia varietà di attività: quelle che vanno da esperienze di tipo percettivo-sensoriale (orto didattico, visite a fattorie, musei, parchi, ecc.) ad esperienze basate su attività sociomotorie ed esplorative tipiche dell’Adventure education (orienteering, trekking, vela, ecc.), a progetti scolastici che intrecciano l’apertura al mondo naturale con la tecnologia (coding, robotica, tinkering, ecc).

L’outdoor education non è un approccio nato adesso ma esiste come corrente filosofico-pedagogica già dalla seconda metà del Novecento: corrente nata in Germania e sviluppatasi, soprattutto, nei paesi del Nord Europa.

Qui in Italia ha iniziato a diffondersi soprattutto con la riapertura delle scuole dopo la pandemia, visto la necessità di ridisegnare le attività scolastiche per garantire maggior sicurezza ai bambini.

Si parla, quindi, di un vero e proprio progetto didattico che vede l’esterno come opportunità di apprendimento: un’estensione del tradizionale spazio educativo dove i bambini possono approcciarsi e relazionarsi con i contesti naturali e non e trarne nuovi stimoli.

Naturalmente, l’outdoor education non si limita al semplice “uscire fuori dalla porta” ma serve a strutturare un approccio sensoriale-esperienziale mirato allo sviluppo della persona e al suo apprendimento.

Quali sono i benefici?

L’outdoor education porta con sé numerosi benefici per il bambino, già a partire dalle scuole dell’infanzia.

Tutti gli spazi aperti, dal punto di vista pedagogico, rappresentano vere e proprie risorse per un’educazione efficace, stimolando la creatività, il rispetto per l’ambiente e un’interazione attiva. Ne beneficiano le abilità senso-motorie, la cooperazione e collaborazione tra pari e le relazioni intra-generazionali. Inoltre, crescono le opportunità di esplorare e sperimentare in un ambiente non statico e chiuso come, ad esempio, l’aula scolastica.

Il bambino è il vero protagonista dell’apprendimento: non assimila passivamente insegnamenti e concetti ma si muove liberamente nel suo spazio. Difatti, l’outdoor education è collegato alla pedagogia attiva: filosofia educativa legata a John Dewey che segue il principio del learning by doing. Un approccio che abbandona le nozioni ma stimola il bambino ad imparare attraverso l’esperienza diretta con l’ambiente e i luoghi reali dove vive la sua quotidianità.

Da molte ricerche si evince, infatti, come l’outdoor education abbia portato notevoli benefici in termini sia educativi che psico-fisici. Basti pensare, ad esempio, la promozione della salute, la riduzione del rischio di obesità e di carenza di vitamina D, la riduzione di malattie da raffreddamento, l’aumento della concentrazione e la diminuzione dello stress da apprendimento. Inoltre, sono investite anche altre aree disciplinari come il problem solving, l’intelligenza naturalistica, il pensiero divergente nonché l’esperienza estetica, ma anche l’aumento della capacità di gestione del tempo libero.

Riassumendo, i tre fattori principali che caratterizzano l’outdoor education sono:

  • l’interdisciplinarietà;
  • l’attivazione di relazioni interpersonali;
  • l’attivazione di relazioni ecosistemiche.

 

Un esempio di outdoor education

Un esempio di outdoor education ci viene offerto dall’Arcobaleno del Sorriso – Scuola dell’infanzia di Salerno dove, già da tempo, si è adottato questo nuovo approccio educativo.

Possiamo vedere, in foto, i piccoli alunni intenti a svolgere una lezione all’aperto: filo conduttore dell’attività è l’arte della pazienza.

La dirigente Antonietta Galiano ci spiega: “Assegnare ai bambini compiti di routine come innaffiare, seminare, scavare e spingerli a vivere esperienze con molteplici stimoli sensoriali è la modalità per introdurli all’arte della pazienza. La natura ha i suoi tempi e non si può fare altro che attendere.  Stare qui e ora, con la coscienza di vedere e capire quello che accade in quel determinato momento aiuta a rafforzare qualità come empatia, gentilezza, riconoscenza e generosità. Vedere che, grazie al proprio lavoro, crescono fiori e piante in giardino è qualcosa che fa molto bene ai piccoli, contribuendo allo sviluppo di una corretta autostima.”

Un insegnamento profondo che coniuga le attività all’aperto con pieno coinvolgimento dei bambini alla presa di coscienza del mondo che li circonda. Dagli stimoli sensoriali allo sviluppo dei valori umani. Questo, e molto altro, può essere l’outdoor education.

 

Outdoor Education

I nuovi approcci educativi vanno sostenuti da una didattica innovativa

Di recente, la proposta educativa dell’outdoor education è stata inserita da Indire nella “Galleria delle idee per l’innovazione” all’interno di Avanguardie Educative. In questa sezione sono raccolte tutte le esperienze verificate sul campo da un numero esteso di scuole e istituti. Segno che questo nuovo approccio sta interessando in maniera crescente il nostro Paese.

In tale ottica, assume sempre più rilievo la trasformazione della didattica per adattarsi ai nuovi modelli. Se pensiamo che l’outdoor education investe anche il rapporto con la tecnologia, i dispositivi digitali, allora, assumono una veste nuova.

Tale obiettivo di innovazione è perseguito proprio dalla piattaforma Martina: attività di coding, pixel art, stimolazione dello sviluppo delle capacità STEAM, supporto ed integrazione alle lezioni tradizionali fanno della piattaforma un vero e proprio strumento da implementare nella propria outdoor education.

Per rendere ancora più comprensibile come Martina possa aiutare i piccoli alunni nel nuovo metodo educativo, riportiamo di seguito un esempio di attività proposta dalle maestre de L’Arcobaleno del Sorriso – scuola dell’infanzia ai bambini di età compresa tra i 4 e i 5 anni, che si è svolta in due fasi distinte e complementari:

1. PRIMA FASE: la prima fase è stata di scoperta e apprendimento, a contatto diretto con la natura. I bambini hanno lavorato nell’orto della scuola, dando vita a Tuberilandia: si sono dedicati all’estrazione del colore arancione e alla riproduzione in idrocultura della carota.

 

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2. SECONDA FASE: la seconda fase, all’interno dell’aula, di rafforzamento dei concetti appresi, svoltasi con il supporto della piattaforma Martina. Nella seconda fase, con l’aiuto di Martina e l’utilizzo di fotografie realizzate durante la fase 1, i bambini hanno rivissuto l’esperienza in “digitale” arricchendola con diverse attività che hanno coinvolto più discipline: si è passati dal ripassato dell’attività svolta con la sollecitazione dell’esposizione orale alla realizzazione di attività logiche quali selezione, cancellazione e discriminazione…

 

Outdoor Education

…e attività di categorizzazione degli elementi.

 

Outdoor Education

In questo caso, l’attività di outdoor education è stata estesa in classe aggiungendo insegnamenti a completezza dell’apprendimento.

Ma Martina permette anche di eseguire direttamente nella piattaforma attività di coding o di STEM, nonché di essere di usata come supporto ad attività manuali come quella del tinkering o la realizzazione di piccoli manufatti. Qui l’esempio di una scheda per attività di riciclo:

 

Scheda_Pesciolini

Con l’outdoor education si abbandonano i tradizionali metodi educativi per fare spazio ad un apprendimento più coinvolgente, altamente formativo e innovativo. E, cosa più importante,  integrando il nuovo approccio alle tecnologie emergenti, è possibile orientare le future generazioni ad un’educazione digitale sana e costruttiva.

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